CULTO NEL GIORNO DELLA MEMORIA
“La memoria è l’unico vaccino contro l’indifferenza (L. Segre)”, con questa frase, domenica 30 gennaio, si è dato inizio al culto.
Si è voluto, infatti, declinare il culto al “giorno della memoria” che – come da legge 20 luglio 2000 n. 211 – cade il 27 gennaio di ogni anno: anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz; in ricordo della Shoah ( lo sterminio) e delle persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Gina Grassia ci ha condotto nella meditazione biblica, tratta da Deuteronomio 6: 4- 9 “Ascolta Israele Il SIGNORE, il nostro Dio, è l'unico SIGNORE. … Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli … “
Attraverso una narrazione – accompagnata dalla proiezione di slide e dalla lettura di brani tratti da J. Saramago, L. Segre, Primo Levi - dei tragici eventi della shoà, ci è stato mostrato questo volto perverso del male; mutuando dal testo biblico, si è insistito sulla necessità di conservare la memoria come condizione necessaria per educare le giovani generazioni al rispetto di ogni essere umano, affinché tutto ciò non si ripeta.
Altri contributi sul tema della giornata hanno permesso di approfondire e attualizzare.
Ernesto Barnobi, ha voluto rammentare che, oltre alla Shoà, la storia annovera altri genocidi e altre terribili esecuzioni di massa e/o persecuzioni contro gruppi etnici e/o religiosi: aborigeni Australiani; nativi ( pellerossa e indios ) delle Americhe; Catari e dei Valdesi; Tutsi e Hutu in Ruanda; Armeni; ROM, persecuzioni degli omosessuali; autogenocidio in Cambogiani per mano di Pol Pot; … ; migranti morti per affogamento nel Mediterraneo o per inedia nella penisola Balcanica.
Ornella Sala, ha pregato intensamente il nostro Padre celeste ponendo al centro le nostre responsabilità e invocando un ravvedimento generale che conduca a una riappropriazione della memoria storica e alla realizzazione della pace fra i popoli.
Salvatore Rapisarda, ha ricordato che non tutti furono insensibili e inetti di fronte alla follia del nazismo e del fascismo. Ha ricordato la chiesa confessante tedesca, Dietrich Bonheffer, il Giardino dei Giusti di Gerusalemme.
Fra i giusti – che ospitarono e protessero ebrei a rischio della loro vita, in alcuni casi sacrificando la loro vita – ha ricordato il past. Tullio Vinay.
Infine, ha voluto indicare due vie maestre: praticare l’accoglienza e combattere ogni ideologia politica che discrimina e infligge morte e sofferenze a persone di diversa etnia o religione o orientamento sessuale.
Silvio Consoli, ha voluto ricordare la filosofa Hannah Arendt e del suo concetto di banalità del male. Un male assoluto, infatti, può essere operato da persone comuni che – non producendo un proprio pensiero critico, non ascoltando la loro coscienza, diventano – di fatto - non umani. Eseguono, così, meccanicamente e ciecamente ordini superiori, senza assolutamente chiedersi quali conseguenze tragiche avranno le loro azioni su altri esseri umani.
È il caso di Adolf Eichmann il cui processo a Gerusalemme nel 1961 fu seguito – nella qualità di corrispondente per un giornale statunitense - dalla Arendt e da cui nacque il controverso saggio “Eichmann in Jerusalem: a report on the banality of evil” .
Ma la banalità del male non è solo quella di Eichmann ma anche quella di tantissimi funzionari e militari nazisti e fascisti che si considerarono innocenti adducendo di avere solo ubbidito ad ordini superiori; è il caso, ovvio, di chi, ovunque e in ogni tempo, ha obbedito a leggi ingiuste ovvero alla legge, abbastanza corrente, della indifferenza verso la sorte dei propri consimili.
Il culto – giorno della memoria – è stato seguito con attenzione. Tutte/i hanno riacquisito consapevolezza di quanto grande sia il male nel mondo ma – attraverso i canti e le letture bibliche - di quanto ancora più grande sia l’amore di Dio che perdona la creatura, opera per trasformare i nostri cuori e chiede ai suoi discepoli di diffondere l’annuncio della Grazia e di essere luce del mondo.
Silvio Consoli